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Gestire il letargo

Consigli per gestire il letargo dei roditori domestici

Il letargo è un sistema di adattamento che alcuni animali hanno adottato per poter superare i periodi più freddi e rigidi dell’anno. Durante questo periodo l’animale entra in uno stato di quiescenza, rimanendo in vita grazie alle riserve di grasso immagazzinate durante l’autunno.

Diventa quindi fondamentale saper gestire il letargo

Gli animali che vanno in letargo sono mammiferi e non solo. Si tratta ad esempio dei ghiri, dei ricci, i criceti, gli scoiattoli, puzzole, ma ci sono anche tartarughe e serpenti. 

L’animale che va in letargo è un un po’ come se si mettesse nella modalità stand by: il suo battito cardiaco rallenta, la pressione si abbassa, l’attività metabolica si riduce.

Tra gli animali che vanno in letargo ce ne sono alcuni che ormai convivono con noi come animali domestici: il criceto e il riccio africano.

Ecco come gestire il letargo di questi animali

Gestire il letargo del criceto

gestire il letargo

In una condizione di habitat naturale il criceto inizia a prepararsi al letargo quando la temperatura esterna scende sotto i 7 o 8 gradi. Considerando però che di solito la sua gabbietta viene posizionata all’interno della casa, la temperatura sarà di gran lunga superiore tutto l’anno.

Per questo motivo è raro che un criceto domestico entri in letargo.

Nonostante ciò è importante per il suo benessere posizionare la gabbia del tuo criceto in un luogo tranquillo, caldo e confortevole. La gabbia deve essere sufficientemente ampia e al suo interno non dovrà mai mancare una casetta con un caldo giaciglio.

Inoltre puoi allestirla con tubi, giochi e una ruota per dare al tuo piccolo roditore la possibilità di fare tanta attività fisica e di allontanare la noia, mantenendosi in forma.

Gestire il letargo del riccio africano

gestire il letargo

Il riccio comune è un animale selvatico è pertanto protetto e non si può tenere in casa come invece è permesso per il suo parente africano.

Leggi anche Cosa fare se incontri un animale selvatico in difficoltà?

Il riccio africano infatti è ritenuto un animale domestico di tipo esotico e non è soggetto al CITES (Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione).

Diversamente dal suo cugino selvatico, il riccio africano non va in letargo e mal tollera le temperature basse. Il caldo dell’ambiente domestico lo protegge dal freddo, evita che diventi meno attivo e inappetente e, soprattutto, abbassa il rischio di contrarre alcune malattie respiratorie a cui è soggetto.

Bisogna far attenzione quindi che la temperatura non scenda sotto ai 15-10 gradi.

Puoi anche utilizzare una lampada o un tappetino riscaldante per mantenere una temperatura adatta al benessere del tuo riccio domestico.

Prima di scegliere un criceto o un riccio come amico a quattro zampe ti consigliamo di informarti con un veterinario esperto in animali esotici sul loro comportamento e sulle loro esigenze di specie. 

Ecco alcuni consigli che abbiamo stilato per te in questo articolo

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