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“Viva il cane, uccidete il cane!”. “Viva il gatto, uccidete il gatto!”. Metaforicamente, s’intende. Ma è un po’ lo stato d’animo di chi si trova a parteggiare per l’uno oppure per l’altro. Non è un mistero, infatti, che molti amanti dei cani non possono proprio vedere i gatti e molti amanti dei gatti non possono proprio vedere i cani. Tra costoro – e non solo tra costoro – sorge spesso una domanda da un milione di dollari: “Chi è il più intelligente?”.

Non c’è etologo, educatore cinofilo, esperto di felini, veterinario, professionista o dilettante in materia di animali al quale non sia stata posta questa domanda almeno una volta (in realtà, ben più d’una…!). L’argomento è senza ombra di dubbio uno di quelli in grado di dividere, e non poco. E sicuramente in moltissimi sono fermamente convinti della loro risposta, ritenendola indubitabilmente giusta.

Il nocciolo della questione, però, sta altrove, e cioè nella domanda stessa. Possiamo dire senza mezzi termini che chiedere, o chiedersi: “È più intelligente il cane o il gatto?” è, in fondo, una domanda che ha ben poco senso. Meglio e assai più proficuo è invece domandarsi: “Cos’è l’intelligenza?”. Rispondendo a questa domanda infatti, la questione apparirà immediatamente – e a nostro avviso inconfutabilmente – cristallina.

Per molti il metro per misurare l’intelligenza di cani e gatti (e degli animali in generale) deriva da ciò che costoro ritengono essere intelligente. Ne fanno quindi un’unità di misura, e poi la applicano all’animale in questione. Si ritiene intelligenza la propensione alla collaborazione o la capacità di eseguire compiti? Bene, allora vince il cane e perde il gatto. Si ritiene invece intelligenza l’essere autosufficienti ed emancipati? Bene, in tal caso vince il gatto e perde il cane.

Ma, se è vero com’è vero che l’intelligenza è tutte queste cose e altro ancora, allora questi discorsi perdono all’improvviso ogni genere di utilità. E quindi, più che d’intelligenza, è bene parlare di specifiche caratteristiche, di specifiche propensioni. E così facendo, sarete d’accordo che la domanda da un milione di dollari dalla quale siamo partiti: “È più intelligente il cane oppure il gatto?” non ha più nessuna ragione d’essere posta.